Cerca
Close this search box.

I contenitori dei zuccotti

Scheda prodotto

Il padre dei fratelli Sposimo fu il primo in Toscana ad avere le macchine da stampaggio per la materia plastica nel 1955. In quegli anni l’unico limite per l’utilizzo di questi nuovi materiali era solo la fantasia.

Oggi siamo abituati alla plastica ma allora era un mondo molto semplice e la plastica si divideva in morbida e dura, colorata o naturale. A un certo punto si scoprì che la plastica dura, il polistirolo, poteva anche essere prodotta trasparente.

Dino Sposimo aveva una piccola fabbrica in via Della Fonderia, dove ora c’è Brandini, e tornando a casa ogni tanto portava uno zuccotto della pasticceria Conti di Via del Ponte Sospeso. Da qui nacque l’idea di sostituire il contenitore – che allora si rendeva – in alluminio producendone uno in plastica trasparente “usa e getta”. Ne portò così una dozzina in quella pasticceria per sottoporli alla cosiddetta “prova sul campo”.

Dopo qualche giorno tornò nella pasticceria per avere i tanto attesi riscontri e la risposta del Conti fu sconcertante: tutti i clienti avevano riportato gli zuccotti perché non riuscivano a tagliarli non comprendendo bene che c’era un involucro rigido trasparente.

Dopo questo piccolo inconveniente, il successo fu però pressoché immediato e per anni la ditta ne produsse a decine di migliaia, dando di fatto il via all’industria dei contenitori alimentari.

Siccome, nonostante ci fossero dei brevetti, tutti si presero la briga di copiare questi prodotti, Dino Sposimo decise di cambiare settore e iniziare a produrre giocattoli, ma questa è un’altra storia, quella della nostra MUPI.

error: Contenuto protetto per motivi di Copyright.