Nel 1976 Mupi sottoscrive un importante accordo con la Montron che permette all’azienda di produrre un nuovo formato di cartucce per i propri cinevisori.
Come ricorda Sandro Sposimo: “L’accordo con la Montron fu firmato a Firenze nella sede Mupi, all’inizio di maggio 1976 tra mio padre Dino Sposimo, Amministratore Unico, e John Belden CEO di Montron. Successivamente nell’ottobre successivo mi recai a Mountain View dove Montron aveva la sede per lo studio dei disegni e poi a San Diego insieme a Steve Runyan, il loro ingegnere progettista, a vedere lo stampaggio delle cassette e a Tijuana (Mx) dove c’erano le linee di montaggio”.
Montron produceva a quel tempo prodotti con licenza esclusiva per gli Stati Uniti per la Fisher Price la quale, a sua volta, aveva fatto accordi in Giappone con Bandai e nel Regno Unito con Mettoy.
Aggiunge Sposimo: “Le cassette furono semplificate da Mupi per rendere il montaggio più veloce mentre le royalties venivano pagate in base al consumo di un componente, nello specifico il cosiddetto “index plate”, che arrivava dagli USA ed era necessario per realizzare le cartucce”.
L’accordo sottoscritto da Dino Sposimo consentì alla Mupi di produrre e quindi commercializzare sia il visore sia le cartucce simili alla versione della Montron, chiamato Mupi V35. Quest’ultimo fu modificato nell’occasione: infatti Montron aveva prodotto una versione “precedente” più squadrata.
Le cartucce modificate in questa fase, identificate come “II serie” in sostituzione delle precedenti “chiocciolone”, furono successivamente utilizzate anche per il P25 e il Cinevisor & Projector. La “III serie” sarà brevettata nel 1980 ed entrerà in commercio poco dopo.
Sono state immesse in commercio anche delle cartucce della “II serie”, ma stampate con linee più arrotondate e prodotte con plastiche blu semitrasparenti e di colore giallo. Per semplicità, abbiamo chiamato questi modello come “II serie NEW”.
Leggendo queste poche righe è interessante notare la visione internazionale dell’azienda, sia a livello di ricerca sia di sviluppo dei prodotti, che la porta in quegli anni a visitare partner e a sottoscrivere accordi fuori dal vecchio continente. Una prerogativa di quegli anni dell’imprenditoria italiana, leader a livello mondiale.